Archive for ottobre, 2009

E Twitter creò le liste!

giovedì, ottobre 29th, 2009

Come ampiamente preannunciato, finalmente è possibile mettere ordine fra tutti gli account Twitter che sarebbe interessante seguire, ma che poi è difficile, se non impossibile, monitorare. Infatti con questo nuovo strumento è possibile raggruppare i  “following” in liste evitando di dover seguire in una sola pagina gli aggiornamenti di un numero troppo elevato di persone.

Non solo, è anche possibile seguire liste create da altri utenti o rendere le nostre liste pubbliche così che anche altri utenti le possano seguire. Le liste non sono ancora disponibili per tutti gli account, ma dovrebbero esserlo a breve.

L’uso è estremamente semplice. Andiamo a vedere cosa è cambiato.

Rispetto alla visualizzazione dell’account a cui eravamo abituati compaiono due novità. Vengono mostrati il numero di liste in cui un account compare (1) e l’elenco delle liste create dall’account (2)

twitter_lists

Nel nostro esempio lorenzosali compare in due liste e ha creato due liste (la lista test-pub e la lista group).

Quando invece si va a vedere l’account dall’esterno si vedono soltanto le liste pubbliche (nel nostro esempio solo la lista test-pub è pubblica, mentre la lista group è privata)

twitter_lists3

È possibile aggiungere un account Twitter sia ad una lista pubblica che ad una lista privata con un semplice click del mouse

twitter_lists4

Andando nella pagina della lista è possibile è possibile vedere i tweet di tutti gli account che fanno parte della lista ed è possibile gestirla, in particolare modificandone il nome e il tipo, oppure eliminandola.

twitter_lists2

Già diversi utenti mi hanno chiesto a cosa serve uno strumento di questo tipo. Un esempio? Se io volessi tenermi informato sugli aggiornamenti delle squadre di calcio (può essere il caso di un giornalista sportivo) perché seguirle tutte quante? Troverei un miscuglio degli aggiornamenti calcistici in mezzo ai tweet di tutti gli altri miei contatti Twitter. Molto meglio fare una bella lista con le squadre, pubblica o privata a seconda se intendo o meno condividerla con altri.

Come tutti gli strumenti neonati, anche le liste avranno sicuramente un’evoluzione nel futuro prossimo (Twitter stessa chiede feedback ai suoi utenti), ma possiamo già affermare che saranno di ausilio a tutti i “twitteratori”!

hash tags, questi sconosciuti

martedì, ottobre 13th, 2009

Una delle cose più utili di Twitter sono gli hash tags. La parola viene dalla combinazione delle parole inglesi “hash”, con sui si indica il simbolo # e tag, che significa etichetta. In pratica si tratta di un’etichetta preceduta dal simbolo # e serve ad assegnare una categoria ai tweet, i cinguettii, insomma i messaggi inviati tramite Twitter.

A che servono gli hash tags? Twitter è un enorme calderone in cui ci sono triliardi di brevissimi post, una marea di informazioni che non è facile raggruppare o semplicemente mettere in relazione. Ecco che l’hash tag ci viene in aiuto. Se noi vogliamo postare su Twitter una serie di messaggi relativi a Twitter, non dobbiamo far altro che inserire all’interno di ogni messaggio l’hash tag #twitter.

twitter_hash

Ma qual è l’hash tag giusto? Non c’è una regola assoluta, poiché l’hashtag è, detto all’inglese, community-driven, nel senso che affinché abbia un senso il suo utilizzo deve essere condiviso da un gruppo di persone più o meno ampio. Uno degli usi più comuni è in relazione ad un evento, sia esso di cronaca o di intrattenimento, relativo al lavoro o al tempo libero. Del resto il primo hashtag divenuto famoso è #sandiegofire relativo agli aggiornamenti per l’incendio di San Diego del 2007.

Ultimamente anche agli eventi italiani (almeno a quelli 2.0…) una delle prime cose che vengono comunicate ai partecipanti è l’hashtag da usare per i post relativi all’evento, come ad esempio è successo al recentissimo Working Capital di Firenze.

Qualora volessimo usare un hashtag in un nostro post per identificare un argomento specifico, ma non fossimo sicuri su quale utilizzare, esiste un motore di ricerca che aiuta a cercare hashtag esistenti. Se ad esempio cerchiamo twitter ci sono diversi hash tags. Per identificare il tag più appropriato possiamo navigare fra i messaggi inviati dagli altri utenti di Twitter e che hanno usato quel tag.

search_twitter_tag

Una volta che tutti i nostri post sono in relazione fra loro e possono essere trovati tramite Twitter Search, hashtags.org o su un altro dei tanti motori dedicati alle ricerche in Twitter.

Creo un account, e poi?

venerdì, ottobre 9th, 2009

In Twitter ognuno di noi può creare un account. È un’operazione che richiede pochissimi secondi. Ma una volta aperto, che farsene?

In Twitter si cinguetta, cioè si conversa. Dal proprio account Twitter è possibile inserire tweets, che sono delle frasi lunghe al massimo 140 caratteri. Così come è possibile cinguettare, allo stesso modo è possibile ascoltare i cinguettii degli altri.

Chiariamo con un esempio. Prendiamo il nostro account webonda. webonda può avere

  • followers (account Twitter che sono interessati a seguire webonda)
  • following (account Twitter che webonda è interessato a seguire)

Diciamo che lorenzosali è un follower di webonda e che webonda segue real_facebook e yesilovegoogle (lorenzosali, real_facebook e yesilovegoogle sono tre nomi di account Twitter)

Quando webonda entra in Twitter vede tutti i tweet di real_facebook e yesilovegoogle.

webonda-altri

Quando webonda inserisce un tweet, i suoi followers li vedono nella loro pagina (attenzione, non ricevono nessuna notifica, semplicemente devono aver voglia di consultare Twitter per vederli)

sali-webonda

I tweet però non sono visibili solo dai followers, chiunque può vederli tramite un qualsiasi motore di ricerca che cerca anche in Twitter. Per questo è fondamentale l’uso di parole chiave appropriate nei tweet.

Bene, ora che abbiamo capito come funziona, ci possiamo chiedere come usarlo. Partiamo dal fatto che Twitter è uno strumento di comunicazione. La comunicazione può essere di tipo broadcast (unidirezionale, come la televisione che da le notizie, ma con cui non si interagisce), oppure bidirezionale e quindi si parla di conversazione. Si può usare Twitter in entrambi i modi, ma il primo è un po’ limitato, mentre nel secondo si riescono ad usare tutte lo potenzialità dello strumento.

Facendo precedere il nome di un account twitter da @, di fatto invio un messaggio a quell’account. In questo modo è possibile conversare. Ad esempio webonda può scrivere il tweet “@lorenzosali come stai?”, a cui lorenzosali può rispondere con il tweet “@webonda bene, grazie”. Nel primo messaggio @lorenzosali significa che mi sto rivolgendo a lorenzosali inviandogli il messaggio “come stai?”. Nel secondo messaggio @webonda significa che lorenzosali si sta rivolgendo a webonda inviandogli il messaggio “bene, grazie”.

Le conversazioni, specialmente se utili, danno popolarità, tant’è che molte aziende usano Twitter per il supporto garantendo risposte in tempo reale e creando una sorta di immenso repository di faq.

comcastcares

Oltre all’uso di parole chiave appropriate e al fare conversazione utile, per ottenere popolarità è essenziale promuovere il proprio account Twitter, come se fosse un sito web, tenendo presente che la promozione è uno spreco se poi non presentiamo nulla di utile per chi ci trova.

Un’ultima considerazione. Twitter non va confuso con altri social network quali Facebook o Myspace, che sono pensati principalmente per creare community. Anche se Twitter sta introducendo l’uso di liste per facilitare l’aggregazione di account Twitter, rimane uno strumento di comunicazione, che può (in certi casi deve) essere integrato con l’uso di strumenti di community.

Ci sono domande? 🙂